Si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1987.
Neolaureata, ha la certezza che quanto ha imparato negli anni di studio non le è sufficiente a sostenere l'impegno di terapeuta.
Certo, ha memorizzato le importanti  osservazioni biologico-molecolari moderne, e ha studiato le sostanze chimiche idonee a far sì che determinate funzioni organiche fossero guidate nel senso di una attenuazione o scomparsa dei sintomi... le resta comunque il dubbio che questa potesse essere al più solo una parte della terapia.
Cerca aiuto nella luminosa e sensata omeopatia unicista, che la stimola a cercare di capire ancor più la fisiologia dell'essere umano.
Incontra colleghi che sembrano essersi messi su quel cammino: in particolare, nel corso di un consulto per una paziente, uno di loro fa una diagnosi “hannemaniana” senza aver mai studiato omeopatia.
Questo la spinge a ricercare gli stessi libri consultati dal collega: testi di antroposofia.
Vi scopre che uno dei problemi in cui si dibatte il terapeuta moderno, è il voler osservare solo il visibile-misurabile, scartando a priori la complessità che sfugge ai sensi fisici, e in più negando la validità delle percezioni degli organi di senso, giudicate soggettive e non abbastanza precise: una bella camicia di forza!

La complessità ci circonda, e non possiamo disprezzare la capacità di osservazione mediata dai sensi anche senza il sostegno di mezzi meccanici, peraltro utili.
Le interazioni molecolari esistono, e non si può dire che siano disorganizzate: possiamo ipotizzare la presenza di un sistema di forze che struttura gli elementi minerali in noi (corpo fisico), un altro sistema di forze che organizza l'insieme dei liquidi (corpo eterico); lo scorrere dell'aria in noi è sostenuto dal corpo astrale, e infine possediamo un organismo
di calore, che mantiene, permette l'omotermia e amministra i gradienti di calore nei vari organi e apparati: questo è il veicolo fisico dell'io.
Gli effetti di questi sistemi di forze si palesano nell'apparenza fisica, e in caso di squilibrio si manifesta il disagio che viene definito malattia.
Può la terapia consistere solo nel cercare di reprimere con ogni mezzo questa voce dei nostri arti costitutivi?

Per cercare di avvicinarsi ad un problema del genere sarà fondamentale la disposizione all'ascolto. Certo non escludendo analisi del sangue ed esami strumentali, si deve poter ampliare l'osservazione attraverso lo studio della biografia del paziente, del suo temperamento, della sua costituzione senza dimenticare l'esame obiettivo.
I minerali, che si manifestano esteriormente nella fisicità, le piante, che in più sono dotate di un corpo che organizza i liquidi, e gli animali, dotati anche di un'organizzazione astrale, come sempre nostri compagni e aiutanti, saranno così generosi da fornirci anche il substrato per i rimedi riequilibranti.

Applicare la conoscenza medica ampliata mediante lo studio dell'antroposofia, può arricchire e motivare le scelte da attuarsi sia in ambito diagnostico che terapeutico.
Ad esempio: se ipotizziamo che il nostro organismo di calore sia organizzato dall'Io, che valore avrà decidere di sostenere il lavoro di questo arto costitutivo con rimedi che tengano conto di ciò, nel caso in cui ci si trovi di fronte ad una malattia febbrile in un bambino?
Che effetto potrà avere per la sua biografia aver represso la febbre sempre e comunque con antipiretici ?
Così come è importante imparare a leggere e a scrivere, dovremmo tener presente che anche il sangue ha bisogno di “andare a scuola”...

La mia biografia di medico mi ha condotta senza indecisioni a prendere contatto con i problemi che assediano quegli esseri umani che sono appena entrati sulla scena terrestre: i bambini.
Da svariati anni lavoro come consulente medico-pedagogico presso la Scuola Waldorf di Firenze, ed ho tenuto incontri per le mamme nel dopo-parto presso la Natura Bimbi.
Nella pratica terapeutica con gli adulti tengo sempre ben presenti le lezioni esemplari che mi hanno dato e mi danno i miei giovani pazienti.

 

dr.ssa Anna Truci
riceve su appuntamento: 348 7955372
a Firenze
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