L’adolescenza è un momento unico e ricco nella nostra vita, un insieme di sbalzi di crescita, di momenti esplosivi, sia per chi li vive in prima persona sia per chi sta accanto ai giovani.
Dal punto di vista fisico i tanti cambiamenti che trasformano il corpo a volte sono così d’impatto che è difficile poterli capire. Ci vuole tempo per accettarli ed assimilarli, ma è proprio dal corpo che possiamo partire per aiutare un adolescente che sta per intraprendere il suo viaggio verso l’età adulta. adolescenza
Il corpo dell’infanzia, spontaneo, giocoso, spensierato e piuttosto sconosciuto, viene passato, in questa fase, sotto una lente di ingrandimento e a volte esaminato in modo impietoso, ci si rende poi conto che non sempre risponde come ‘dovrebbe’, e spesso non rispecchia per nulla quello che si vede nella pubblicità. Proprio questo confronto produce rifiuto, e rigido controllo dei propri movimenti e della
gestualità. Osservare questi atteggiamenti crea in noi adulti tenerezza, ma anche frustrazione e ansia in quanto non ci si sente adatti a aiutare.
Il vivere, per tutti direi, richiede flessibilità e sincerità, occhi aperti, piedi in terra e tanta pazienza. Se questo fa parte dell’arte di vivere in generale, nell’accompagnare i ragazzi a diventare adulti, è indispensabile. A volte queste qualità sono necessarie per aiutare ad aprire, liberare o sfogare, altre volte servono per contenere, calmare o indirizzare. Anche se i giovani verbalmente negano il bisogno di aiuto, la loro comunicazione non verbale esprime ben altro. Una fronte corrugata, una mascella serrata, le spalle chiuse, il petto in dentro, una schiena curva, una pancia tesa e dolente, mal di testa, piedi e gambe irrequieti…, non sono altro che espressioni corporee di uno stato di tensione. Aiutare a superarli  è quello che  vorremmo provare a fare  anche perché, se prese in tempo, si potrebbero evitare disturbi più gravi quali cefalee croniche, spalle e collo ‘congelato’, scoliosi, disturbi alimentari, e bruxismo (digrignare i denti).
Come persuadere i ragazzi ad incominciare a prendere contatto con se stessi e a mollare le rigidezze, le tensioni?
E’ una domanda difficile e trovare delle risposte richiede tanta creatività e una buona dose di umiltà. La buona notizia è che, quasi sempre, le soluzioni fanno bene a tutti. E sempre bello muoversi con la musica. Una cosa divertente e facile è il ballo twist. A volte lo propongo nel lavoro di gruppo per scambiare energia. E difficile rimanere seri quando ci si muove in questo modo. Inoltre, sapevate che il twist è un esagerazione della camminata? Basta rallentare per rendersene conto. Camminare muovendo di più le spalle e il torace crea delle torsioni intorno alla colonna vertebrale che stimolano l’asse centrale del sistema nervoso. In più allarga le spalle, massaggia il cuore e fa apparire un sorriso sullo sterno. Cosa succede invece se si sta in piedi come fossimo appesi ad un filo? Oltre a creare più spazio fra una vertebra l'altra, il respiro si espande.
Mentre il semplice oscillare del peso da un piede all’altro costituisce un valido invito a calmarsi e a trovare il proprio equilibrio. Più lento si fa, più ci riporta ai piedi e quindi alla terra (“grounding”). Questo movimento, quasi stupido tanto è semplice, è enormemente efficace.
E’ una specie di tentativo di cullarsi, esattamente come quello che si fa per i piccoli tenuti in braccio per addormentarli. In più, questo esercizio pratica un bel massaggio ai piedi, attraverso le migliaia di recettori   nervosi  della  pianta,  la  nostra  raffinatissima  capacità, quasi del tutto inconscia, di stare in equilibrio è sollecitata al massimo. Come spesso accade attraverso movimenti e gesti rassicuranti e rilassanti, questo movimento, a livello non verbale e spesso inconscio, diventa pure contagioso.
Se si riuscisse a persuadere i ragazzi a considerare il   corpo non solo come una cosa da vestire, usare o supportare, essi potrebbero attingere a una serie di risorse che l’organismo possiede per combattere lo stress, l’ansia e l’angoscia che altrimenti ci allontanano da noi stessi e disperdono le nostre energie vitali. Il respiro e il corpo, essendo sempre a nostra disposizione, possono diventare dei veri alleati e fanno parte del potenziale personale a cui tutti noi possiamo accedere liberamente.
Nel mio lavoro ho potuto vedere come negli stati di   ansia, persino di panico, se si riesce a rimanere in contatto con il respiro, muovendo e toccando il corpo e sentendo i piedi in terra, ne siamo molto meno in balia. Gran parte del mio lavoro con tutti (anche con me stessa!) consiste nel richiamarsi - a volte è proprio una specie di “pronto, pronto, dove sono?” - per scendere dalla testa ed entrare nel corpo, rendendolo più amico. Spesso faccio riferimento al corpo come ad una casa, chiedendo come si può abitarlo di più o in modo migliore. Conosciamo tutti la tristezza di una bella casa disabitata, eppure è incredibile quanti di noi abbiano una casa-corpo in queste condizioni di abbandono.
Mostrare ai giovani come vivere meglio il proprio corpo, oltre a fornirgli dei mezzi validi per affrontare lo stress e l’ansia, specie delle prestazioni scolastiche, permette di scoprire anche alcune chiavi del proprio piacere. Così possono anche scoprire una loro particolare sensualità che fa vivere una sessualità molto più completa e da   protagonisti. Anche questo fa parte del cammino di una vita, ma il vantaggio che hanno i giovani è che, avendo l’infanzia dietro l’angolo, è più facile (in teoria almeno) recuperare il semplice piacere del contatto fisico. Questo è la base di una sensualità naturale e spontanea.
Anche qui ci sono infinite possibilità per aiutarli a provare sensazioni di piacere corporeo diverso dallo sport, dalla discoteca o dal sesso. Nella speranza che ci sia stato molto contatto fisico nell’infanzia (in ogni caso, visto che siamo mammiferi e il contatto è una questione vitale, non è mai troppo tardi per iniziare) continuiamo a toccarli ovviamente in modo diverso da quando erano più piccoli. Trovo che qualsiasi trucco (e di questo si   tratta a volte!) per farli sentire più spontanei e giocosi sia valido. Giocare con il solletico, a chi piace, rompe il ghiaccio. Le palle ginniche di grandi dimensioni sono favolose per ritrovare sorrisi in tutto il corpo. In più sono delle ottime sedie per lo studio grazie al fatto che, non potendo stare ferme, il corpo e ovviamente la mente, sono stimolati continuamente. La palla diventa, in altri momenti, un amico di fiducia per raggiungere un rilassamento eccellente.
Come tutti, i ragazzi hanno bisogno sia di scatenarsi sia di limiti per arrivare alla calma. Una volta mi hanno   invitato in una scuola media per fare lezioni di yoga per calmare la classe più indisciplinata di quell’istituto… una sfida a dir poco. I momenti delle lezioni più attivi sfociavano in “surfing” sui tappetini (fantastico!). Difficile quindi tenere qualsiasi sembianza di ordine. Quando proponevo però delle posizioni a terra, tipo “il bambino” che è una specie di prostrazione con la fronte appoggiata al pavimento, i ragazzi restavano fermi anche per 10 minuti.
Un massaggio ai piedi, anche senza avere grandi nozioni specialistiche, fa sempre bene. Fatto a letto, la sera prima di coricarsi, risulta un ottimo sistema per concludere la giornata insieme a qualcuno. Serve a scaricare le tensioni, a togliersi dalla testa i pensieri e le emozioni negative, a favorire il sonno e, forse, ad offrire uno spazio di condivisione che magari in altri momenti della giornata non ci è stato permesso. Possiamo essere sicuri che questo contatto è molto efficace, perché nei piedi ci sono i punti riflessi di tutto il corpo (riflessologia plantare) e vi passano diversi meridiani, quei canali energetici su cui si basa la medicina cinese. Un massaggio ai piedi (come ovunque) va bene in qualsiasi momento della giornata. Simpatico specie quando i ragazzi sono appena tornati da scuola o dopo pranzo in modo da creare una pausa piacevole e rigenerante, oltre a sollecitare un contatto da cui potrebbe scaturire uno scambio di parole.
I piedi sono anche le nostre radici. Una volta è arrivato in studio da me un quindicenne, un anno dopo la separazione dei suoi genitori. Era venuto perché soffriva di rigidità alle spalle e al collo, ma quelli che ho trovato subito più bisognosi erano i suoi piedi. Mai avevo visto dei piedi così duri e poco mobili. Ci sono volute diverse sedute prima che i suoi piedi avessero ripreso mobilità e morbidezza. Il regalo più bello fu che il ragazzo volle imparare a massaggiarseli da solo… la cura migliore.
La postura nel momento dello studio spesso è costretta da posizioni di rigida staticità e quindi di ristagno corporeo. Molte sono le accortezze che possono rompere questo stato poco piacevole e non salutare. Un semplice stiramento, l’alzarsi e il muoversi come le torsioni sono efficacissimi esercizi per rimescolare i fluidi cerebro-spinali, fondamentali anche per un buon rendimento intellettuale. Basterebbe ogni tanto raddrizzarsi, pur  rimanendo seduti e prendere la spalliera della sedia,  giocando con dei movimenti che strizzano gentilmente la spina dorsale. Spesso si sentono scricchiolare le vertebre, liberando così ulteriormente la colonna.
Guardato da fuori, vediamo tutto nella postura di chi studia. Trovo molto più efficace un tocco che una parola per suggerire di stare più diritti o aperti. Può essere una mano che tocca la fronte o il collo, o che massaggia le spalle o la schiena. Alzare i capelli dolcemente (se ci  sono!) è un messaggio splendido di scioltezza e di allungamento, anche in ricordo di quel ‘filo’ immaginario a cui possiamo appenderci. Toccare i cappelli non è solo piacevole ma molto liberatorio.
Un altro tocco meraviglioso, da fare da soli o farsi praticare da un altro, è quello di accarezzare il cuoio capelluto, passando i polpastrelli fra un ciuffo di capelli e l’altro, per distendere questo vestito del cranio in modo da fare spazio alle cuciture delle ossa del cranio stimolando così la respirazione cranica. A volte si riesce anche a far scomparire un lieve mal di testa.
Oppure si può prendere in mano, con i gomiti appoggiati sul tavolo, la propria faccia per sciogliere la ‘maschera’. Il “palming”, - cioè posare i palmi delle mani sugli occhi- usato nella rieducazione visiva, è un ottimo metodo per rilassare gli occhi. Ancora più semplicemente, si può giocare con le labbra avvertendo la differenza tra tenerle, anche di poco, chiuse o aperte. Una bocca morbida è  l’unica speranza per la mandibola di potersi rilassare. Inoltre, una bocca rilassata può scatenare un susseguirsi di scioglimenti in tutta la zona della gola e del collo arrivando persino al foro occipitale, assicurando così una migliore comunicazione tra testa e corpo. Sbadigliare è un magnifico esercizio di pulizia interiore. Basta anche fare finta perché arrivi poi veramente. Avete notato quanto sono contagiosi gli sbadigli? Abbiamo un tale bisogno di liberarci e di scioglierci….
La conoscenza di come funzioni il corpo, oltre ad essere affascinante, può portare dei grandi benefici. Sapere che, ad ogni inspirazione il diaframma scende e ad ogni espirazione risale, ci si rende conto che tutti gli organi sottostanti - lo stomaco e il colon trasverso, il fegato a destra e la milza e il pancreas a sinistra - vengono continuamente massaggiati. Vi si può indirizzare il nostro respiro per incrementare il magnifico movimento della respirazione che distende e scioglie. L’aggiunta di una mano, la propria o quella di un altro, rende ancora più efficace l’operazione. Tutti abbiamo energia nelle mani. Laddove le mettiamo, arriva soltanto del benessere.
Potrei continuare all’infinito. La scoperta del corpo è senza confine.
Basta avere un atteggiamento di curiosità o la necessità di stare meglio.
Fermarsi un attimo per porsi la domanda, “Come sto?”.   Ed ecco che una porta si apre e si parte. Buon viaggio!

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