La American Cancer Society ha dato le indicazioni per l’utilizzo di un vaccino contro l’infezione da Papilloma Virus (HPV) al fine di prevenire il cancro al collo dell’utero.
L’Italia si è immediatamente attivata e dal 2008 è iniziato un programma vaccinale gratuito per le adolescenti italiane.
La medicina convenzionale spesso nutre le grandi ansie dei genitori per la salute dei figli ma altrettanto spesso non da informazioni sufficienti che consentano ad un HPVpadre e ad una madre una scelta consapevole.

IL PAPILLOMA VIRUS  Negli ultimi anni si è scoperto che un particolare virus, il papilloma virus (HPV) è uno dei principali responsabili dello sviluppo della neoplasia; dal 2002 sono possibili test che ricercano questo virus nelle cellule del collo dell’utero e ne differenziano il sottotipo. Gli HPV vengono così classificati con dei numeri.
L’HPV 16 e 18 sono responsabili del 70% dei cancri cervicali, il 6 e l’11 sono comunque virus rischiosi, mentre molti altri HPV sono assolutamente benigni e non portano al cancro
I sottotipi benigni sono responsabili dei condilomi, escrescenze simili a verruche che si presentano sulla vulva o in vagina e sul pene… l’avere o l’aver avuto i condilomi non aumenta il rischio di ammalare di cancro all’utero.
Il papilloma virus è un virus sessualmente trasmesso, quindi le donne che non hanno avuto rapporti sessuali non ammalano di cancro all’utero.

La campagna VACCINALE in Italia  I vaccini contro il virus Hpv attualmente disponibili sono due: Gardasil, vaccino tetravalente, che protegge contro i genotipi 16-18 dell'HPV, responsabili di circa il 70% dei casi di carcinoma uterino, e i genotipi 6 e 11, responsabili del 90% dei condilomi, e il Cervarix, vaccino bivalente, attivo contro i genotipi 16 e 18, responsabili di circa il 70% dei casi di carcinoma uterino. I vaccini sono somministrati gratuitamente dalle ASL alle bambine tra gli undici e i dodici anni, con la somministrazione per via intramuscolare di una dose iniziale e due richiami, entro i sei mesi dalla prima.
Il vaccino è inoltre disponibile a pagamento in farmacia, previa indicazione e prescrizione del medico, ed è destinato alle donne che non hanno ancora contratto l'infezione da HPV.

I DATI STATISTICI  L’efficacia della vaccinazione è compresa fra il 98 e il 100% nei primi 3 anni nel prevenire le infezioni dei ceppi 16 e 18 e lo sviluppo di  lesioni di alto grado nelle ragazze prima dell’inizio dei rapporti sessuali. L’efficacia del vaccino si riduce al 18% se le ragazze a cui viene somministrato hanno già avuto il loro primo rapporto sessuale.
Se si considerano le lesioni prodotte dai ceppi virali non coperti dal vaccino, il livello di protezione scende al 27%.  Dagli studi risulta che il vaccino dia una immunità per 4 anni ma ancor non è chiaro se poi vada ripetuta o meno la vaccinazione, e se questo eventuale richiamo sia efficace.
Diversi studi confermano che non ci sono evidenze sufficienti per raccomandare la vaccinazione alle ragazze fra i 19 e i 26 anni. Infatti, l’eventuale presenza di un infezione silente da HPV rende inutile la somministrazione del vaccino, e gli attuali test sierologici per la ricerca del virus non sono sufficientemente accurati per essere proposti come test di screening.
Per questo la OMS  ritiene poco efficiente l’uso della vaccinazione nelle donne già sessualmente attive e richiede ulteriori studi e conoscenze. La vaccinazione non è raccomandata dopo i 26 anni e nei maschi. E’ il motivo per cui la campagna vaccinale gratuita in Italia riguarda le ragazzine.

GLI EFFETTI COLLATERALI  Gli effetti collaterali a breve termine del vaccino sono lievi: dolore, svenimento, febbre, nausea, vertigini e prurito; sintomi comuni alle vaccinazioni in generale. Gli effetti a lungo termine non sono conosciuti: ci sono stati alcuni casi di gravi patologie ma nessuna correlazione sicura con il vaccino… e comunque essendo da poco in commercio non esistono dati sui lunghi periodi.

Per rendere più agevole la consultazione del sito, PerCorsi utilizza cookies tecnici. Continuando a navigare autorizzi il loro uso.